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Gesualdo
Opera in un prologo, sette scene e un epilogo di Richard Bletschacher
Musica di Alfred Schnittke 1934-
Prima rappresentazione: Vienna, Staatsoper, 26 maggio 1995

Personaggi
Vocalità
Don Carlo Gesualdo
Baritono
Don Fabrizio Carafa
Tenore
Don GarcĂ­a di Toledo
Tenore
Don Giulio Gesualdo
Baritono
Donna Sveva d’Avalos
Contralto
il cardinale Alfonso Gesualdo
Basso
il conte di Ruo
Baritono
la marchesa di Vico
Soprano
Maddalena Carafa
Soprano
Maria d’Avalos
Soprano
Silvana Albano
Soprano
Note
Rappresentato ventisette giorni prima di un’altra opera teatrale di Schnittke,Historia von D. Johann Fausten,Gesualdoè anch’esso il frutto, come la sua gemella, di una lunga incubazione. Il compositore stesso ha spiegato come sia giunto a comporre un’opera sulla vicenda del grande madrigalista Gesualdo da Venosa: «Quando mi sono imbattuto nel soggetto diGesualdo, mi sono accorto che era come se lo avessi aspettato per tutta la vita. Ci sono molti modi di realizzare teatralmente un progetto del genere, ma di particolare interesse per me è la combinazione di elementi sacri e faceti. Penso aRe Lear, dove la serietà delle situazioni convive con la capacità di prendersi in giro, oppure alla scena del becchino inAmleto».

Nella città e nel regno di Napoli, tra il 1586 e il 1590. Carlo Gesualdo sposa sua cugina Maria d’Avalos, una donna giovane e piena di vita, già rimasta vedova di due mariti. Carlo è invece un compositore dal carattere assai malinconico, che al piacere della musica alterna quello per la caccia. Durante una festa organizzata da Don García di Toledo, viceré di Napoli, Maria si innamora del duca di Andria, che è a sua volta sposato con Donna Maddalena. La passione tra i due viene presto scoperta e Carlo, per salvare il proprio onore, medita di provocare un incidente di caccia. Maria e Fabrizio possono comunicare tra loro solo per lettera, e sebbene Fabrizio metta in guardia Maria, temendo per la loro vita, questa lo invita a recarsi da lei. Carlo cerca invano conforto nella musica; decide infine di assoldare due sicari dai quali fa uccidere Maria e Fabrizio. Silvana, la damigella di Maria, fugge terrorizzata col bambino dell’uccisa in braccio. Poiché il doppio omicidio mette a rumore l’intero regno, Gesualdo lascia Napoli per recarsi nel proprio castello, dove tuttavia non trova pace. Crede poi di scorgere una somiglianza tra il figlio avuto da lui con Maria e il rivale Fabrizio Carafa; e, nonostante le disperate rassicurazioni di Silvana, lo uccide, placando per sempre il suo pianto.

L’opera è stata accolta con favore dalla critica, che non ha esitato a parlarne in termini entusiastici, definendola un autentico capolavoro. Non vi è dubbio essa mostri (assieme allaHistoria) il conseguimento di una maggiore maturità rispetto aVita con un idiota, sia per un più efficace equilibrio tra i vari aspetti e momenti del dramma, sia per una partitura meno cesellata e dotata di una più spiccata continuità nei suoi pur variegati toni stilistici. La vicenda, inoltre, appare alquanto congeniale al compositore inducendolo, almeno in questa occasione, a non farlo avvicinare più di tanto alle atmosfere truculente di altre sue opere.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi


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