Linda di Chamounix
Melodramma semiserio in tre atti di Gaetano Rossi, dal dramma La Grace de Dieu di Adolphe-Philippe d’Ennery e Gustave Lemoine
Musica di Gaetano Donizetti 1797-1848
Prima rappresentazione: Vienna, Teatro di Porta Carinzia, 19 maggio 1842

Personaggi
Vocalità
Antonio
Baritono
Carlo
Tenore
il marchese di Boisfleury
Basso
il prefetto
Basso
il visconte di Sirval
Tenore
Linda
Soprano
l’intendente del feudo
Tenore
Maddalena
Soprano
Pierotto
Contralto
Note
Nel settembre 1840 Donizetti ricevette l’incarico di scrivere due opere, rispettivamente per la Scala e per il Teatro di Porta Carinzia, i due teatri dei quali Bartolomeo Merelli era impresario. Già occupato conMaria Padillaper la Scala, Donizetti iniziò la composizione solo il 31 dicembre 1841 e lo terminò il 4 marzo 1842. All’ultimo momento aggiunse all’opera un’ouverture, che ricavò dal primo movimento delQuartettoper archi n.19 composto nel 1836. La prima rappresentazione, ritardata dall’indisposizione del tenore Napoleone Moriani (Carlo), registrò un clamoroso successo, tanto che l’opera, senz’altro lo spettacolo più importante della stagione italiana a Vienna, ebbe diciassette rappresentazioni. La critica, in generale benevola, apprezzò il linguaggio armonico raffinato e «la cura dei dettagli musicali». A detta dello stesso Donizetti, le prestazioni dei cantanti furono ottime, ma quella di Eugenia Tadolini, nel ruolo di Linda, superò ogni attesa. Tra le opere di Donizetti,Lindafu una delle più longeve e rappresentate. Dopo la ‘prima’ italiana (Torino, Teatro Carignano, 24 agosto 1842), l’opera, ripresa a Parigi (Théâtre Italien, 17 novembre 1842) con Fanny Tacchinardi-Persiani nel ruolo della protagonista, si arricchì di un nuovo e fortunato brano, latyrolienne“O luce di quest’anima”. Composta da Donizetti su versi propri (nell’edizione viennese Linda entrava in scena intonando un semplice recitativo), quest’aria divenne in breve la più famosa dell’opera. Dopo un periodo di relativo disinteresse nella prima metà del nostro secolo, nel secondo dopoguerra, l’opera è stata rappresentata con maggior frequenza. Tra le riprese più importanti, si ricorda quella scaligera diretta da Gianandrea Gavazzeni, con Alfredo Kraus e Margherita Rinaldi nei ruoli dei protagonisti (10 marzo 1972).

Atto primo. Antonio e Maddalena sono molto preoccupati per la felicità e per la virtù della figlia Linda, soprattutto da quando il prefetto li ha informati dei segreti disegni del marchese che, fingendo di proteggerla, intende in realtà approfittare della fanciulla. Linda è però segretamente innamorata di Carlo, che è in realtà il visconte di Sirval, nipote del marchese. Su consiglio del prefetto, Linda si unisce a Pierotto e ad altri musici savoiardi e si reca a Parigi.

Atto secondo. Linda vive da qualche tempo in un appartamento che Carlo le ha messo a disposizione. Il marchese, riconosciutala, rinnova le sue profferte, ma la fanciulla lo respinge. Anche Antonio si trova nella capitale, sulle tracce della figlia, ma inizialmente non la riconosce nelle vesti della ricca signora. Quando però la giovane gli si rivela, egli, convinto che abbia perduto il suo onore, la respinge. Sopraggiunge Pierotto, che annuncia il matrimonio di Carlo con una giovane di nobili origini; il padre, affranto, riparte, mentre Linda perde la ragione ed è riportata a Chamounix dall’amico.

Atto terzo. Carlo apprende dal prefetto la sorte di Linda e gli confida di avere rifiutato le nozze impostegli dalla madre per amore di lei. Quando la rivede, Carlo le si fa incontro e, riaffermando la sincerità dei propri sentimenti, le restituisce la ragione.

Opera di mezzo carattere,Linda di Chamounixè la prima delle due scritte da Donizetti per il Teatro di Porta Carinzia (la seconda fuMaria di Rohan). Tra le opere semiserie di Donizetti è forse la più riuscita, perché la parte del buffo (il marchese) è la più importante dopo quella dei protagonisti e appare meglio inserita nella vicenda. Inoltre Donizetti vi impiega, e con una libertà che non trova riscontro nel passato, formule melodrammatiche non convenzionali accanto a numeri musicali di struttura più tradizionale. Notevole è poi il ricorso, per caratterizzare ogni personaggio dell’opera, a particolari effetti strumentali oppure a temi ricorrenti come quello di Pierotto, o a quello dell’amore di Linda e Carlo, tratto dal celebre duetto “A consolarmi affrettati” (I,4). Quest’ultimo, senz’altro il brano più celebre dell’opera, prevede la classica tripla esposizione del tema principale che appunto, come una sorta di Leitmotiv (e in modo analogo, ma più sviluppato, rispetto aLucia di Lammermoor), ritornerà nei momenti più efficaci della vicenda: nella scena della follia di Linda (“No, non è ver mentirono”), in quella del suo ritorno a Chamounix e, infine, allorché Carlo le restituisce la ragione. Si approfondisce inoltre in quest’opera il progressivo superamento, iniziato conLucrezia Borgia, della successione irrelata di episodi solistici, dalla scrittura per lo più virtuosistica, in favore del duetto, giocato sul rapporto tra i due personaggi e sul loro confronto.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi