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Battaglia di Legnano, La
Tragedia lirica in quattro atti di Salvatore Cammarano, dalla tragedia La bataille de Toulouse di Joseph Méry
Musica di Giuseppe Verdi 1813-1901
Prima rappresentazione: Roma, Teatro Argentina, 27 gennaio 1849

Personaggi
Vocalità
Arrigo
Tenore
Federico Barbarossa
Basso
I console
Basso
II console
Basso
il podestà di Como
Basso
Imelda
Mezzosoprano
Lida
Soprano
Marcovaldo
Baritono
Rolando
Baritono
un araldo
Tenore
uno scudiero di Arrigo
Tenore
Note
Stimolata dai ben noti e coevi avvenimenti bellici delle Cinque Giornate di Milano e della successiva prima guerra di indipendenza, l’opera, malgrado le aspettative di Verdi (che l’apprezzava tanto da tentarne, inutilmente, un rifacimento negli anni Cinquanta, con la collaborazione di Leone Emanuele Bardare), trovò proprio in questo ideale legame un limite alla sua stabile affermazione sulle scene.

Atto primo. ‘Egli vive!’. A Milano, nel 1176. Arrigo e Rolando, guerrieri della Lega Lombarda, si ritrovano per difendere la città dal Barbarossa. Lida, un tempo amante di Arrigo, da lei creduto morto, e ora moglie di Rolando, teme Marcovaldo, un prigioniero germanico che tenta di insidiarla. La gioia e la commozione della donna nel rivedere insieme al marito l’amante di un tempo si mutano presto in dolore quando Arrigo, sordo a ogni spiegazione, la accusa segretamente di averlo tradito.

Atto secondo. ‘Barbarossa’. Rolando e Arrigo, ambasciatori della Lega a Como, tentano inutilmente di convincere i cittadini a unirsi a loro. Alle sprezzanti minacce del Barbarossa, i due non replicano: solo la guerra farà valere le ragioni dei contendenti.

Atto terzo. ‘L’infamia’. Marcovaldo intercetta una lettera di Lida ad Arrigo (nella quale ella gli chiede, in nome dell’antico amore, di non unirsi ai Cavalieri della Morte e di vivere per affetto verso la madre) e la consegna a Rolando, che accusa la moglie e l’amico di tradimento. Quando Rolando si allontana chiudendo a chiave la porta, Arrigo, per non patire l’infamia della diserzione, è costretto a fuggire saltando dalla finestra per potersi unire ai soldati.

Atto quarto. ‘Morire per la patria!’. La battaglia è vinta e Barbarossa stesso è caduto per mano di Arrigo. Mentre il popolo esulta, giunge Arrigo morente scortato da Rolando e dai cavalieri. In punto di morte, l’uomo proclama l’innocenza di Lida e chiede all’amico di un tempo di riavere la sua stima; di fronte alla sincerità di Arrigo e alle preghiere della moglie, Rolando, commosso, porge la destra all’amico, che spira baciando il Carroccio.

Verdi pervenne in quest’opera a un alto livello di definizione dei personaggi, ma non riuscì a infondervi un senso di continuità nel passaggio dal registro espressivo intimo a quello più esteriore delle scene d’assieme. Si tratta tuttavia di un lavoro assai accurato nell’orchestrazione e nella varietà delle armonie, che risente dell’influenza francese (il musicista risiedeva già da qualche tempo a Parigi), si avvale dell’esperienza drammatica delMacbethe, dal punto di vista della grandiosità dell’ambientazione, di quella diNabuccoeAttila. Restò memorabile la rappresentazione che inaugurò la stagione 1961-62 del Teatro alla Scala, per il centenario dell’unità d’Italia, diretta da Gianandrea Gavazzeni e con Ettore Bastianini, Franco Corelli e Antonietta Stella.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi


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