Gloriana
Opera in tre atti di William Plomer, da Elisabeth and Essex: A Tragic History di Lytton Strachey
Musica di Benjamin Britten 1913-1976
Prima rappresentazione: Londra, Covent Garden, 8 giugno 1953

Personaggi
Vocalità
Elisabetta I
Soprano
Henry Cuffe
Basso-Baritono
il banditore
Baritono
il maestro di cerimonie
Tenore
il magistrato di Norwich
Basso-Baritono
Lady Frances
Soprano
Lady Penelope Rich
Soprano
lo Spirito del masque
Tenore
Lord Mountjoy
Baritono
Robert Deveraux
Tenore
Sir Robert Cecil
Baritono
Sir Walter Raleigh
Basso
un cantore cieco
Basso
una dama di corte
Soprano
una massaia
Soprano
Note
L’opera è stata scritta e rappresentata in occasione dell’incoronazione della regina Elisabetta II: venne messa in scena alla Royal Opera House alla presenza di un pubblico scelto di invitati che reagì piuttosto freddamente: gli applausi al termine della rappresentazione furono tiepidi e anche la critica, nell’elogiare la messa in scena e i costumi, si dimostrò piuttosto fredda a proposito della partitura e addirittura ostile verso il libretto. Si commentò che l’opera non era adatta a una regina – probabilmente per la passionalità e il realismo di una vicenda che lasciava poco spazio ad atmosfere leggiadre e agiografiche. Anche in seguito all’impatto negativo di pubblico e di critica,Glorianavenne trascurata per molto tempo e si dovettero attendere tredici anni perché venisse di nuovo rappresentata.

Atto primo. Lord Mountjoy combatte e vince un torneo, mentre il conte Essex è roso dalla gelosia nei suoi confronti; per questo lo schernisce fino a provocare un duello, nel quale resta ferito ad un braccio. Sopraggiunge la regina Elisabetta con il suo seguito e rimprovera i contendenti, invitandoli a rappacificarsi. Nell’appartamento della regina a Nonesuch, la sovrana discute con Sir Robert Cecil del comportamento di Essex e Mountjoy. Cecil mette in guardia Elisabetta da Essex, il cui carattere impetuoso potrebbe provocare gravi danni agli interessi della corona; ma la regina ammette di amare Essex proprio per il suo temperamento. Intanto viene annunciato l’arrivo del conte in persona: la sovrana ed Essex si scambiano parole al tempo stesso affettuose e malinconiche; il conte prende il liuto e canta per Elisabetta (Essex, “Happy were he could finish forth his fate”). La regina cerca di riprendere il controllo delle proprie emozioni, mentre il conte la esorta a inviarlo in Irlanda per fronteggiare il ribelle Tyrone, ma senza ottenere risposta. Essex esce baciando la mano alla sovrana che, rimasta sola, intona una sofferta preghiera (“On rivalrie ‘tis safe for kings”).

Atto secondo. A Norwich. Il magistrato della città tiene un discorso alla presenza della regina, che viene invitata ad assistere a unmasquein suo onore. Frattanto Essex è impaziente, perché Elisabetta non acconsente ancora a mandarlo in Irlanda. Nel giardino della casa di Essex si incontrano Mountjoy e Lady Rich, mentre Essex, che passeggia con la moglie, ha parole di fuoco contro la sovrana. Mountjoy e Lady Rich si fanno riconoscere dai conti Essex e, tra la costernazione di Lady Essex, criticano il comportamento di Elisabetta. A un ricevimento dato dalla regina, Essex arriva assieme a Mountjoy, a Lady Rich e alla moglie, abbigliata in abiti sfarzosi per volontà del marito. La regina si irrita per l’abbigliamento di Lady Essex e, con la scusa di proporre un cambio di vestiti a tutte le signore, fa svestire Lady Essex. Costei torna a mostrarsi nel salone con un abito umilissimo mentre la regina, qualche istante dopo, arriva indossando il vestito di Lady Essex, troppo corto per lei. Essex è infuriato, ma la collera si placa non appena la regina lo informa di averlo nominato Lord Deputy in Irlanda.

Atto terzo. Essex fa irruzione negli appartamenti reali del palazzo di Nonesuch, dove la regina, in veste da camera e priva di parrucca, si appresta a fare toilette. Temendo che a corte qualcuno lo accusi per i suoi insuccessi in Irlanda, Essex sfoga i propri timori. Ma la regina è risoluta nel licenziarlo, per essersi dimostrato incapace di sedare la rivolta irlandese. Essex esce infuriato e la regina può così completare la sua toilette (“Lady, to your dressing-table...”). Elisabetta discute della situazione con Cecil, che la mette in guardia per il pericolo che a quel punto Essex può rappresentare. Nelle strade di Londra si discute della sedizione ordita da Essex, che sta reclutando un esercito di popolo per farlo marciare contro la regina; qui un cantore di ballate cieco commenta gli avvenimenti. Nel palazzo di Whitehall, il Consiglio della corona informa la regina del verdetto di colpevolezza contro Essex e della sua condanna a morte; tuttavia la sovrana si rifiuta di ratificare subito il decreto. Lady Essex, Lady Rich e Mountjoy giungono da lei per invocare pietà verso Essex. La regina è irritata dal comportamento sfacciato di Lady Rich, che la ingiuria, e decide di firmare subito la sentenza di condanna. Dopo qualche tempo Elisabetta, prossima alla morte, si congeda orgogliosamente dal suo popolo.

Benché sia stata apprezzata dalla critica solo con il passare del tempo, e abbia faticato non poco a trovare spazio nei cartelloni,Glorianaè indubbiamente da annoverarsi tra gli affreschi operistici meglio riusciti di Britten. Rappresenta la ripresa di una ricerca timbrica e drammatica già intrapresa conBilly Budde che continuerà conThe Turn of the Screw. L’ambientazione della vicenda in epoca elisabettiana imponeva il ricorso a un ‘realismo musicale’, che si realizza felicemente nella evocazione di atmosfere storiche in partitura. Lungi dall’essere semplici citazioni stilistiche calate a forza nell’incedere dei ritmi drammatici, la declamazione ispirata a Purcell, nelmasquedel secondo atto, o le ballate del cantore di strada nel terzo, si integrano alla perfezione nel tessuto dell’opera. Il simile vale per il colore tipicamente elisabettiano delle danze nella terza scena del secondo atto (che hanno goduto di un un certo successo come estratti dall’opera), ma che d’altra parte si inseriscono magistralmente nei ritmi di un dramma che ha, come merito principale, proprio ciò che inizialmente non gli era stato riconosciuto: la coerenza del tessuto teatrale e di quello musicale, tratteggiate con indiscutibile efficacia drammatica dalla prima sino all’ultima scena.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi