Home Page
Consultazione
Ricerca per categorie
Ricerca opere
Ricerca produzioni
Ricerca allestimenti
Compagnia virtuale
Servizio
Informazioni e FAQ
Condizioni del servizio
Manuale on-line
Assistenza
Abbonamento
Registrazione
Listino dei servizi
Area pagamenti
Situazione contabile


Visualizzazione opere

Thésée
Tragédie en musique in un prologo e cinque atti di Philippe Quinault
Musica di Jean-Baptiste Lully 1632-1687
Prima rappresentazione: Saint-Germain-en-Laye, 10 o 11 gennaio 1675. Prologo: due Plaisirs (Hc, B), le Jeu (T), Bacchus (Hc)

Personaggi
Vocalità
Aeglé
Soprano
Aeglé
Soprano
anziano ateniese
Tenore (haute-contre)
anziano ateniese
Tenore
Arcas
Basso
Cléone
Soprano
Dorine
Soprano
Egée
Basso
la sacerdotessa di Minerva
Soprano
Médée
Soprano
Minerve
Soprano
pastorella (2)
Soprano
Thésée
Tenore
un fantasma
un guerriero
Tenore
un pastore
Tenore (haute-contre)
Note
Senza voler eccedere in interpretazioni di carattere sociologico, è indubbio che nel XVII secolo la musica acquisì in Francia particolari funzioni di carattere politico e sociale e, con il consolidarsi del potere di Luigi XIV e la creazione delle accademie, divenne un’arma potente nelle mani del sovrano. Nellatragédie en musique, che grazie al suo carattere spettacolare si era imposta ben presto come principale forma di intrattenimento della corte e dei parigini, il Re Sole veniva celebrato soprattutto nei prologhi, che facevano riferimento alle sue virtù eroiche e offrivano un’interpretazione dei più recenti eventi del regno. Nel caso diThéséeil prologo non ricorre ad allegorie ed è un encomio esplicito del monarca: gli Amori, le Grazie, i Piaceri e i Giochi lasciano i giardini del castello di Versailles perché il re è sempre lontano, impegnato a inseguire la Gloria e la Vittoria sui campi di battaglia. Venere li richiama e Marte annuncia una pausa nei combattimenti; Cerere e Bacco rendono onore al re vincitore mescolando canti di vittoria a dolci canzoni d’amore. Grazie aiMemoirsdel duca di Saint-Simon sappiamo che Luigi XIV non era infastidito da queste adulazioni, tant’è che in privato canticchiava i brani dei prologhi in cui lo si lodava maggiormente. Analogo compiacimento doveva provare perThésée, dove si suggerisce l’identificazione tra la figura ideale del protagonista e il re di Francia: Teseo, valoroso condottiero, ama riamato la principessa Egle; questa però è anche oggetto dell’amore del re Egeo, che vuole sposarla pur avendo già dato la sua parola a Medea. La maga è invece innamorata di Teseo, e per averlo scatena i suoi poteri soprannaturali: Egle viene trasportata in un deserto, dove subisce i tormenti di esseri infernali, e poi su un’isola incantata. Non riuscendo a trionfare sull’amore dei due giovani, Medea finge di approvare la loro unione e convince Egeo ad avvelenare Teseo perché può essere per lui un pericoloso rivale; il re, però, vedendo la spada di Teseo riconosce in lui il proprio figlio, cresciuto in una terra lontana. La vendetta di Medea, che cerca di incendiare il palazzo, viene annullata dall’intervento celeste di Minerva. La vicenda principale è accompagnata da un intreccio parallelo con Cleone, Arcas e Dorina, rispettivamente confidenti di Egle, Egeo e Medea.

L’argomento dellatragédieconsentiva di impiegare una grande varietà di macchine, ricche scene e costumi; di particolare importanza il ruolo del coro, a partire dall’evocazione della battaglia tra gli ateniesi e i ribelli con l’iterazione del coro dei guerrieri fuori scena nel primo atto. Il personaggio di Medea, che anticipa quello di Armida dellatragédieomonima, porta con sé la dimensione del sovrannaturale, con le apparizioni infernali nel terzo atto e il momento della vendetta nel quinto, quando la maga appare su un carro trainato dai demoni e le vivande si trasformano in animali feroci. Anche a giudicare dal numero di brani solistici, è Medea la vera protagonista dellatragédie, con i celebri monologhi “Doux repos”, “Dépit mortel”, “Sortez, ombres” e “Ah, faut-il me venger”, mentre il personaggio di Teseo ha un rilievo minore. Tra letragédiesdi Lully,Théséeè quella che rimase più a lungo nel repertorio dell’Académie royale de musique: venne ripresa, sia pure con successive modifiche, fino al 1779.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi


Credits - Condizioni del servizio - Privacy - Press Room - Pubblicità