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Zaide
Singspiel in due atti KV 336b di Johann Andreas Schachtner
Musica di Wolfgang Amadeus Mozart 1756-1791
Prima rappresentazione: Francoforte, Opernhaus, 27 gennaio 1866

Personaggi
Vocalità
Allazim
Basso
Gomatz
Tenore
Osmin
Basso
quattro schiavi
Tenore
Soliman
Tenore
Zaide
Soprano
Zaram
Recitante
Note
Dopo la morte del marito, Constanze Mozart trovò tra le sue carte il manoscritto autografo di quindici numeri musicali di una «operetta tedesca» incompleta e senza titolo, e lo vendette all’editore di Offenbach, Johann Anton André; questi terminò la partitura scrivendo il finale e la pubblicò in seguito (nel 1838) con il titoloZaide, dal nome della protagonista. Nell’epistolario di Mozart si possono rintracciare alcune notizie su questa composizione: il musicista la iniziò nel 1779, probabilmente senza una commissione precisa, ma con la speranza di farla rappresentare da una delle compagnie teatrali – quella di Böhm o di Schikaneder – che in quegli anni si erano affermate presentando in tedescoSingspieleoriginali, o traduzioni di opere buffe italiane e diopéras-comiquesfrancesi. Per il libretto venne interpellato Andreas Schachtner, trombettista nell’orchestra di corte di Salisburgo e amico della famiglia Mozart; fonte d’ispirazione eraDas Seraildi F. J. Sebastiani, unSingspielrappresentato forse a Erlangen nel 1778 e poi a Bolzano nel 1779 con le musiche di Joseph von Frieberth. Il testo dei dialoghi di Schachtner è andato perduto, e ci resta soltanto la versione rimaneggiata da Carl Gollmick per André. Il soggetto riprende l’ambientazione ‘turca’ divenuta popolare grazie agli scritti di Voltaire e Montesquieu, e più in generale legata a una moda – musicale e no – che tanto successo aveva in quegli anni.

Atto primo. Gomatz, schiavo cristiano, e Zaide, la preferita del sultano Soliman, si innamorano e progettano di fuggire insieme; il sorvegliante Allazim decide di aiutarli e di scappare con loro.

Atto secondo. Il sultano dà sfogo al suo furore: la bella Zaide, da lui invano corteggiata, gli ha preferito uno schiavo cristiano. Zaram, capo delle guardie, cattura i fuggitivi e li conduce davanti al sultano ancora in collera; Zaide lo supplica perché risparmi almeno Gomatz. L’autografo mozartiano si interrompe a questo punto e, in mancanza del libretto originale, restano aperti alcuni interrogativi riguardo il numero di atti previsto (due o tre) e la conclusione della vicenda (lieto fine con il perdono del sultano o condanna degli amanti).

L’impegno per la composizione dell’Idomeneoper Monaco e la morte di Maria Teresa (novembre 1780), cui seguì la chiusura dei teatri, impedirono probabilmente a Mozart di completare la partitura. Più tardi, come risulta dal carteggio con il padre, il musicista comprese che la sua nuova opera non era adatta al gusto del pubblico viennese, che preferiva lavori di carattere comico, e si consolò con la promessa di Gottlieb Stephanie di affidargli un buon libretto di argomento analogo (e sarebbe statoDie Entführung aus dem Serail, rappresentato con successo nel 1782).Zaide– mai eseguita all’epoca di Mozart – ebbe dunque il merito di familiarizzare il compositore con l’argomento esotico, anche se mancano ancora riferimenti aitopoidella ‘musica turca’. Mentre le due arie di Soliman presentano gli stilemi dell’opera seria italiana, negli altri brani prevalgono naturalezza e semplicità, legate al Lied e alla leggerezza dell’opéra-comique; particolare cura è riservata alla protagonista Zaide, che nelle sue arie espressive anticipa qualche tratto di personaggi femminili (Susanna o Fiordiligi) delle opere della maturità. Il tono prevalente dei numeri musicali conservatisi è piuttosto serio, con l’unica eccezione dell’aria buffa di Osmin, “Wer hungrig bei der Tafel sitztâ€, costellata di allegre risate. Due brani – l’esordio di Gomatz nel primo atto e lo sfogo rabbioso di Soliman all’inizio del secondo – sono in forma di melologo, cioè con il testo recitato nelle pause dell’accompagnamento orchestrale: è evidente l’influenza della vita musicale di Mannheim, dove Mozart aveva soggiornato nel 1778 e ascoltato con vivo interesse i melologhi di Jiri Antonín Benda. La prima esecuzione diZaidenella versione André risale al 1866, e a essa seguirono altre rappresentazioni, spesso con ulteriori rielaborazioni; benché non sia certo che fosse destinata a questoSingspiel, è invalsa l’abitudine di eseguire come ouverture laSinfoniain sol maggiore KV 318. Nell’agosto 1981 Italo Calvino ha proposto una ricostruzione del libretto diZaideal festival Musica nel chiostro di Batignano (Grosseto), mentre nel 1995 il Maggio musicale fiorentino ha presentato ilSingspielinsieme aAvant, pendant et après Zaïde, con musica di Luciano Berio e un nuovo libretto a cura di Lorenzo Arruga.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi


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