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Gazzetta, La
Dramma giocoso per musica in due atti di Giuseppe Palomba, dalla commedia Il matrimonio per concorso di Carlo Goldoni
Musica di Gioachino Rossini 1792-1868
Prima rappresentazione: Napoli, Teatro de’ Fiorentini, 26 settembre 1816

Personaggi
Vocalità
Alberto
Tenore
Anselmo
Basso
Don Pomponio Storione
Basso
Doralice
Mezzosoprano
Filippo
Basso
Lisetta
Soprano
madama La Rose
Mezzosoprano
MonsĂč Traversen
Basso
Note
Gaetano Rossi aveva confezionato, sulla base delMatrimonio per concorso(1763) di Goldoni, un libretto destinato al compositore Giuseppe Mosca,L’avviso al pubblico, andato in scena al Teatro alla Scala nel 1814. A questo testo si rifece Palomba quando fu incaricato di fornirne uno comico a Rossini. Questi, reduce dalla prima rappresentazione delBarbiere di Sivigliaa Roma, stava concertando ilTancrediper il San Carlo. NĂ© il libretto, che venne trovato inverosimile e spiacevolmente carico di trivialitĂ , nĂ© la partitura, scritta senza dubbio frettolosamente e ‘rubando’ con pochi scrupoli da lavori precedenti, riuscirono troppo graditi al pubblico partenopeo.

Don Pomponio Storione Ăš giunto a Parigi, dove intende collocare la figlia Lisetta presso un buon partito del luogo. A questo scopo ha pubblicizzato le sue intenzioni sulla gazzetta della cittĂ . La locanda dove i due alloggiano diventa il centro d’una serie di complicazioni: la ragazza s’innamora del locandiere Filippo, ma viene corteggiata dal giovane benestante Alberto, in cerca di una compagna. Giungono intanto un’altra coppia padre-figlia (Anselmo e Doralice), e altri bizzarri personaggi. Il primo atto finisce con Filippo, travestito da «quakero», che si offre come pretendente alla mano di Lisetta. Dopo ulteriori peripezie, l’intreccio si scioglie con le doppie nozze di Lisetta e Filippo e di Doralice e Alberto, nozze che i padri delle ragazze si vedono costretti ad accettare a malincuore.

La caratterizzazione comica delle situazioni ù resa con mano sicura da Rossini, capace sia di creare un ruolo buffo di notevole vigore caricaturale in Don Pomponio (che si esprime solo in napoletano), sia di disporre un’efficace costellazione di numeri musicali, spesso presi in prestito dallaPietra del paragoneo dalTurco in Italia. Da quest’ultima opera derivano ad esempio lo splendido duetto “Pe’ da’ gusto a la signora” e il finale secondo “Oh vedite ch’accidente!”. Godibilissimi anche l’aria di sortita di Alberto “Ho girato il mondo intero”, il finale primo “Bondì te pater”, in una lingua mista quakero-napoletana, e il terzetto del duello “Primmo fra voi coll’armi”. La sinfonia, scrittaex novo, venne poi riutilizzata perLa cenerentola.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi


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