Paganini
Operetta in tre atti di Paul Knepler e Béla Jenbach
Musica di Franz Lehàr
Prima rappresentazione: -

Personaggi
Vocalità
Anna Elisa, principessa di Lucca e Piombino
Soprano
Bella Giretti, primadonna dell'Opera di Corte
Soprano
Beppe, contrabbandiere
Tenore
Conte Hédouville
Recitante
Corallina, ostessa della locanda
Soprano
Emanuele, abitante di Capannori
Tenore
Filippo, abitante di Capannori
Tenore
Folletto, contrabbandiere
Tenore
Giacomo Pimpinelli, gentiluomo di corte
Recitante
Leopoldo Bartucci, suo impresario
Recitante
Niccolò Paganini
Tenore
Oste
Recitante
Principe Felice Baciocchi, marito di Anna Elisa
Baritono
Note

Atto primo A Capannori, paesino del Principato di Lucca (siamo nel 1810), Niccolò Paganini, che è alla vigilia di un suo concerto alla capitale, non è un ospite gradito. La gente del luogo lo tiene in conto d’uno stregone, di un posseduto dal demonio. Il suo impre sario (il manager non è stato ancora inven tato), signor Bartucci, fa di tutto per dis suadere la popolazione ostile, ma è Niccolò stesso che un giorno si fa amica la folla di Capannori, incantandola col suo magico strumento. Ed ecco che al paesino, quel giorno stesso, arriva in pompa magna tutta la corte di Lucca, per una partita di cac cia. Ecco Anna Elisa, la sorella di Napoleone sposata al principe Baciocchi; ecco il prin cipe Felice Baciocchi, e accanto a lui Bella Giretti, prima ballerina di Corte; ecco avan ti a tutti il Marchese Pimpinelli, gentiluo mo di camera; tutto l’entourage fa seguito. Ed ecco, oh fatalità, l’incontro di Paganini con Anna Elisa. Occorre dire che il vio linista si rivela l’incorreggibile donnaiolo che sappiamo? E che Sua Altezza Imperiale non rimane insensibile? Ma ahimè, sul più dolce di un tête-à-tête (Niccolò ignora per il momento l’identità della sua compagna di flirt) ecco Bartucci con la straziante noti zia di un infortunio sul mestiere. Hanno proibito il concerto. L’ha proibito il Principe Baciocchi, in seguito ad un rapporto sulla moralità di Paganini. Paganini prorompe, parte in quarta contro il potere vice-imperiale, dice che se ne infischia, che se ne andrà fuori dei piedi. Anna Elisa, che nel frattempo è messa al corrente dal Marchese Pimpinelli delle assiduità del Principe verso la Giretti (le abbiamo constatate anche noi personalmente), decide di rendere al consorte pan per focaccia. Questo pane si chiama Paganini: Anna Elisa interviene, si rivela all’artista, guarda in faccia il marito, pro clama: “Paganini suonerà! Lo voglio!”. Baciocchi mangia la foglia, e ritira il veto.

Atto secondo Nicolò non soltanto ha tenuto il concerto, ma adesso è addirittura Maestro di Corte: Anna Elisa sa bene quel che fa. E pure noi. L’idillio si svolge esattamente secondo i piani prestabiliti, e anche i rapporti Baciocchi-Bella Giretti marciano. Soltanto il Marchese Pimpinelli “sta a guardare”, lui che parteciperebbe in qualche modo, tanto volentieri, al patto quadri partito. Pazienza! Ma ecco che il violinista di Corte, cambia improvvisamente di corte, leggerone com’è più di una piuma al vento. Ad un tratto, si fa cogliere dal vento di Bella Giretti, e ci casca come uno scemo. Frattanto le cose, all’improvviso, si com plicano: piomba alla Corte di Lucca, invia to d’urgenza dall’Imperatore Napoleone, il Generale Hédouville; l’Imperatore, al quale sono giunte all’orecchio (oh pettegola Parigi) certe storielle sulla relazione Anna Elisa-Paganini, esige l’immediato allontanamento dell’ospite. Paganini sia condotto a Parigi, magari arrestato, tambur battente. Anna Elisa s’indigna contro l’ukase fraterno. Paganini resterà: anzi, parteciperà al con certo di questa sera. Non c’è altro: il Generale può andare. Ma il diavolo (amico di Paganini) ci mette tanto di coda, accidenti agli amici. Anna Elisa, a un certo punto, ha fra le mani la prova concreta della fragilità car diaca di Paganini: una dedica a Bella Giretti. Ah sì? Bene: la sorella di Napoleone fa richiamare Hédouville. “Avete ragione, Generale. Paganini sia arrestato. Dopo il concerto. Buonasera”. E il concerto ha luogo. Terzo intervento dell’amico diavo lo: Paganini suona le “Streghe” come non ha suonato mai. È un trionfo mai visto. Anche le streghe ci fanno un figurone straordinario. Siamo però all’arresto del fellone. Ohibò, non sia mai detto, pensa la sorella di Bonaparte. Perdere un uomo simile? E mentre Hédouville si avanza coi suoi uomini, per la cattura: “Paganini, datemi il vostro braccio!” sentenzia Anna Elisa. E fiera, a braccetto del violinista, passa sotto gli occhi (e i fucili) dei gendarmi di Hedouville schierati sull’attenti.

Atto terzo In un covo di contrabbandieri al confine del piccolo ma intraprendente principato, ritroviamo Paganini: sappiamo che se n’è venuto via da Palazzo, ha scelto la libertà. Eccolo, lo sciagurato, che trinca fra quella frotta di gentiluomini d’ogni colore locale, presente l’avvilito, scalognato, disperato Bartucci, che piange tutte le sue lacrime sulle rovine a cui lo ha ridotto il suo scrit turato. Questi ha però promesso che in vita sua non guarderà più in faccia una donna. Ma, non appena Pimpinelli e la Bella Giretti (la ballerina ha finito per ripiegare sulle posi zioni del Marchese, in mancanza di meglio) fanno il loro ingresso, essendo alla caccia del fuggiasco, Niccolò si riaccende per la sgonnellante Giretti; c’è da scommettere che farebbe punto e a capo: e immaginate lo strazio di Bartucci! Per colmo di sfortu na (o di fortuna) capita nel luogo malfa mato anche Anna Elisa, sotto mentite spo glie di cantante girovaga, essendo anche lei alle calcagna del fuggitivo. Vedere Anna Elisa e riconoscerla, e riaccendersi, è tutt’uno con un ritorno di fiamma: questo ritor no è un bel gioco, e così dura poco. Lo sfar fallone ha finalmente uno sprazzo di ragio ne: tutto si fa chiaro nel suo cervello, sotto tutte quelle chiome alla Maddalena. Era tempo. Decide di passare il confine, di diven tare una persona seria, (dobbiamo credergli?), di andarsene per il mondo, a consolidare la celebrità ed assicurarsi un buon posto nella Storia della Musica e nella posterità. Buon viaggio.

Fonte: Teatro Verdi Trieste