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Four Note Opera, The
Opera in un atto proprio
Musica di Tom Johnson 1939-
Prima rappresentazione: New York, Cubiculo Theater, 11 maggio 1972

Personaggi
Vocalità
il baritono
Baritono
il basso
Basso
il contralto
Contralto
il soprano
Soprano
Note
ProbabilmenteThe Four Note Operarappresenta l’unica vera opera davvero ‘minimalista’ mai composta: sia nell’approccio (divertito ma rigorosissimo) sia nei contenuti della partitura e del libretto (caratterizzati da un isomorfismo sistematico e da una cristallina quanto grottescamente devastante specularità). Lavoro autoreferenziale per eccellenza, compenetrato di ironica concettualità, il suo raffinato gusto per l’assurdo e la sua sottile ‘perfidia’ metalinguistica trovano alcuni antecedenti illustri nella lunga sequenza storica di ‘opere sull’opera’ e/o di ‘opere nell’opera’. Il titolo è preso alla lettera dal compositore che ‘riduce’ il proprio materiale melodico e armonico a sole quattro note, con esiti di disarmante quanto perseguita semplicità. Il libretto non fa altro che descrivere ciò che la partitura prescrive ai quattro cantanti, ossia ciò che sta realmente avvenendo o che avverrà, con l’aggiunta di alcune considerazioni dei cantanti stessi, particolarmente frustrati da queste costrizioni meramente didascaliche loro imposte dal compositore, perlopiù oggetto di strali, invettive, e altre poco piacevoli espressioni nei suoi confronti. L’opera si articola in una tradizionale successione di ‘numeri’ con arie, recitativi e duetti, per ognuno dei quali Johnson inventagagcanore di inarrivabile semplicità quanto di effetto irresistibili (provocati anche dalla spontanea o studiata costernazione con cui i cantanti si rassegnano al proprio improbabile ruolo). Ci limitiamo a fornire un paio di esempi. Dal ‘Duetto imitato’ di soprano e contralto: «Deve imitare ciò che canto io (A)/ io devo imitare quel che canta (S)/ la melodia è così (A)/ la melodia è così (S). Prendi questa nota bassissima. (A)/ Prendo questa nota bassissima (S)/ molto difficile per un soprano (A)/ molto difficile per un soprano (S)». Dall’‘Aria del tenore’: «Quando canto in quest’opera, vengo sempre umiliato/ la mia parte è sì bassa che sembrerà quella del baritono per cui/ mi viene negata l’opportunità d’esibire il mio famoso do di petto: Vergogna».

Tom Johnson è stato per molti anni l’autorevole critico musicale del ‘Village Voice’, e le sue brillanti e acute cronache hanno costituito una insostituibile testimonianza della scena musicale d’avanguardia newyorkese. Dal 1983 si è trasferito a Parigi, dove si è dedicato completamente all’attività compositiva (è stato allievo di Morton Feldman, dal quale ha indubbiamente ereditato la predilezione per la rigorosa semplicità, oltre a una caustica ironia). Tra le sue composizioni più rilevanti citiamoAn Hour for Piano, le opereThe Masque of CloudseSopranos Only, e infine leRational Melodies, nelle quali prosegue il suo approccio compositivo orientato verso una ‘musica deduttiva’ che utilizzi ‘sistemi percepibili’ caratterizzati da sequenze logicamente coerenti, evidenti all’ascoltatore: così come accade, indubbiamente inFour Note Opera, con la piacevole aggiunta, sorprendente per un lavoro di musica contemporanea, di un’ammirevole dose di autoironia.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi


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