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Fiera di Sorocincy, La
[Sorocinskaja Jamarka] Opera in tre atti proprio, dal racconto omonimo di Nikolaij Gogol’
Musica di Modest Musorgskij 1839-1881
Prima rappresentazione: Mosca, Teatro Svobodnyj, 8 ottobre 1913

Personaggi
Vocalità
Afabasij Ivanovic
Tenore
Cerevik
Basso
Cernoborg
Basso
Chirja
Mezzosoprano
Gric’ko
Tenore
il compare di Cerevik
Baritono
lo zingaro
Basso
Parasja
Soprano
Note
Musorgskij era un grande ammiratore di Gogol’ e spesso si divertiva a leggere con gli amici i suoi racconti, soprattutto quelli della prima raccoltaVeglie alla fattoria presso Dikan’ka(1831-32) che si apre proprio conLa fiera di Sorocincy. L’idea di scrivere un’opera sulla base del racconto venne al compositore nel 1874: voleva dedicarla al grande basso Osip Petrov e alla moglie Anna Vorob’ëva, contralto, suoi fraterni amici che avrebbero dovuto interpretare i personaggi di Cerevik e Chivrja. L’ambiente del racconto poneva qualche problema in particolare nei recitativi, essendo la cadenza popolare ucraina molto particolare, inconfondibile. Il lavoro iniziò nel 1876: come spesso accadeva a Musorgskij, senza libretto, addirittura senza uno schema se non quello gogoliano. Musorgskij cominciò dal breve coro delle fanciulle nel primo atto, che probabilmente era destinato a fondersi con un coro già scritto quattro anni prima per l’operaMladaper costituire la base della prima scena, quella del mercato. Nel 1877 in collaborazione con Arsenij Golenišcev-Kutuzov stese un canovaccio e si dedicò intensamente alla composizione. La morte di Petrov nel 1878 spense l’entusiasmo del compositore e rallentò molto il lavoro: alla morte, tre anni dopo, non vi erano che sparsi frammenti di difficile ricostruzione e di non chiaro collegamento tra loro, tanto che Rimskij-Korsakov, occupatosi attivamente di tutte le altre opere musorgskiane, non tentò mai di riordinarde i materiali. Il primo che vi si cimentò fu Vjaceslav Karatygin, che, nel 1911, trentesimo anniversario della morte del compositore, eseguì vari frammenti orchestrati da Anatolij Ljadov, collegandoli con la lettura di brani del testo gogoliano. Due anni dopo, con aggiunte di alcuni brani musicati da Jurij Sachnovskij e altri tratti da opere musorgskiane (per esempio la famosa versione di Rimskij-Korsakov dellaNotte sul Monte Calvo, inserita come sogno di Gric’ko nel terzo atto) l’opera ebbe la sua prima esecuzione pubblica. Altre tre versioni si succedettero: quella di Cezar Kjui nel 1917, che recuperò e musicò le parti non utilizzate dal libretto di Golenišcev-Kutuzov, quella di Nikolaij Cerepnin, molto arbitraria, presentata a Montecarlo nel 1923, e quella (seconda) di Sachnovskij nel 1925, che musicò tutte le parti dialogate della prima versione. Un vero e serio lavoro di revisione dei manoscritti musorgskiani venne fatto da Pavel Lamm, che ricostruì tutti gli abbozzi (fra cui danze ucraine, canzoni popolari) e ne affidò l’orchestrazione a Vissarion Šebalin. La versione Lamm-Šebalin è considerata attualmente quella canonica.

Atto primo. A Sorocincy c’è il mercato, affollatissimo di mercanti di ogni genere, curiosi, compratori. Arriva Gric’ko con un gruppo di giovanotti, mentre il vecchio Cerevik, in compagnia della bella figlia Parasja, si preoccupa di vendere la malandata giumenta e il grano. Uno zingaro racconta alla folla la storia della giubba rossa che un giorno il diavolo, per procurarsi da bere, vendette e ora cerca di recuperare proprio lì, al mercato. Gric’ko fa la corte a Parasja; Cerevik prima si oppone poi finisce con lui all’osteria e accosente alle nozze. Torna a casa ubriaco (cantando con il compare la canzone popolare “Dudu, rududu, rududu”) e viene bruscamente accolto dalla moglie Chivrja, matrigna di Parasja, che si oppone alle nozze. Gric’ko esprime disperato la sua delusione: si avvicina lo zingaro e gli offre aiuto in cambio dei suoi buoi.

Atto secondo. Chivrja ha un appuntamento amoroso con il figlio del pope, il goloso Afanasij Ivanovic, per cui sta preparando prelibate frittelle. Il loro idillio è interrotto dall’irrompere di Cerevik e del compare, che con altri amici sono terrorizzati dalle voci (messe in giro ad arte dallo zingaro) di un’apparizione al mercato del diavolo, alla ricerca della sua giubba rossa. Il compare dà ulteriori particolari della storia: in quella un diabolico muso di porco si affaccia dalla finestra e Afanasij Ivanovic, nascosto in un soppalco, precipita sui presenti. Fuggi-fuggi generale.

Atto terzo. Cerevik e il compare vengono catturati, durante la fuga, dallo zingaro e accusati di furto. Interviene Gric’ko, che promette la liberazione a patto, però, che Parasja diventi sua moglie. Ottenuto il consenso si addormenta sotto un albero e ha un sogno spaventoso (La notte sul Monte Calvo) dove diavoli e streghe danzano agli ordini del principe dei demoni, Cernobog. Si sveglia al suono delle campane. È giorno e Parasja canta un’allegra canzone, accompagnandola con una danza (gopak). Cerevik si unisce alla danza. Arrivano il compare e Gric’ko con un gruppo di amici: Cerevik, mentre lo zingaro trattiene la matrigna infuriata, benedice la figlia. Si celebra il matrimonio e tutti i presenti si lanciano in uno scatenatogopak.

Musorgskij rivela nei pochi frammenti diLa fieranon solo una perfetta sintonia con i ritmi comici della prosa gogoliana (ne aveva fornito una precedente prova nelMatrimonio, 1868) ma anche una straordinaria capacità di caratterizzazione dei personaggi burleschi di ispirazione popolare, già dimostrato nella scena della taverna al confine lituano diBoris. Il duetto tra l’impacciato, ingordo Afanasij Ivanovic e la vogliosa e dispotica Chivrja è una delle migliori traduzioni in musica di una pagina gogoliana.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi


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