Prologo. All’interno di un vecchio mulino, ora sede della tipografia clandestina degli studenti oppositori di Napoleone, invasore della Germania. Nel clima di confusione, Ricke da tempo non sa più nulla di suo fratello e dell’amato Federico, ed è stata sedotta da Worms. Proprio a Worms arriva una lettera di Federico, che annuncia il proprio ritorno per organizzare la resistenza. Worms si vergogna di sé; Ricke, confidandosi con lui, dice che rivelerà l’accaduto a Federico. Worms la invita a non farlo: ne sortirebbe un duello, e la patria comunque sarebbe con ciò indebolita; Ricke ne conviene. Federico, appena arrivato, dice a Ricke che suo fratello è morto; non fa in tempo a finir di parlare che giunge la polizia e fa irruzione nel mulino-tipografia.
Atto primo. In una casetta nella Foresta Nera. È in corso il matrimonio tra Ricke e Federico, mentre gli studenti si sono dispersi. Ma mentre il pastore sta celebrando arriva, con aspetto irriconoscibile per i molti patimenti, Worms, liberatosi dalla prigionia; vuole ripartire, appena appreso dello sposalizio, e dà appuntamento a Federico nella città di Kant, Königsberg. Ricke si tormenta e fugge.
Atto secondo. A Königsberg. Nei sotterranei di una società segreta, mentre nuovi adepti stanno per essere ammessi, uno di questi, mascherato, accusa Worms, anch’egli mascherato, di codardia. I due si tolgono la maschera, e si scopre che si tratta di Worms e Federico; Worms, che rinuncia a difendersi, dice che pagherà quel che è successo con la morte, propria, in battaglia.
Epilogo. Nella pianura di Lipsia, durante la battaglia annunciata dal giuramento di Worms. Ricke è alla ricerca di Federico: lo trova mentre spira, ed egli le chiede chi abbia mai vinto. Ma la parola ‘Germania’, da lei pronunciata, ridà le forze al morente, che le chiede di cercare Worms e di portargli il suo perdono. Ricka trova Worms, morto con la bandiera al fianco, e lo avvolge nel drappo; anche Federico, mentre la Germania vince, muore, tra le braccia di Ricke.
Germaniaè, anche nell’opulenza musicale, opera intensamente tedesca (tale fu del resto, fra Dresda e Monaco, la formazione dell’autore), patriottica e tardoromantica, risultato della poetica verista alla quale Franchetti si richiama espressamente; il canto, così come la parte orchestrale, si traduce in contrasti drammatizzanti, rapide impennate e compiaciuti declamati, entro un quadro esplicitamente eroico, di ispirazione wagneriana, il cui contesto storico è poco più che un pretesto per il richiamo a perenni ideali patriottici. Come e più di altre opere di Franchetti (ad esempio ilCristoforo Colombo), ancheGermaniaè una sorta dikolossal, tra verismo ed esiti da romanzo storico di ispirazione patriottarda. La miscela di Franchetti sfiora momenti scenici sovraccarichi, anche per l’accentuazione delle tinte veristichedentrola cornice storica, con un effetto che genera talora una specie di ‘eccesso di inverosimiglianza’.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi