Home Page
Consultazione
Ricerca per categorie
Ricerca opere
Ricerca produzioni
Ricerca allestimenti
Compagnia virtuale
Servizio
Informazioni e FAQ
Condizioni del servizio
Manuale on-line
Assistenza
Abbonamento
Registrazione
Listino dei servizi
Area pagamenti
Situazione contabile


Visualizzazione opere

Idolo cinese, L’
Commedia per musica in tre atti di Giambattista Lorenzi
Musica di Giovanni Paisiello 1740-1816
Prima rappresentazione: Napoli, Teatro Nuovo, primavera 1767

Personaggi
Vocalità
Adolfo
Soprano
Ergilla
Soprano
Gilbo
Soprano
Kametri
Soprano
Liconatte
Tenore
Parmetella
Soprano
Pilottola
Basso
Tuberone
Basso
Note
Tornato nel 1766 a Napoli (luogo dei suoi studi) dopo due anni di apprendistato in alta Italia, Paisiello cominciò a scrivere opere su opere per i teatri d’opera buffa, affermandosi in pochi anni come il musicista comico più in vista della capitale borbonica. Punto di partenza di quella travolgente ascesa fuL’idolo cinese, sua seconda opera data a Napoli e prima nata dalla collaborazione con il massimo librettista napoletano del secondo Settecento, Lorenzi. Il successo fu tale che il re Ferdinando IV fece allestire lo spettacolo a Palazzo Reale, e più tardi lo giudicò degno di far parte dei festeggiamenti per l’arrivo della consorte Maria Carolina d’Austria (1768, rappresentazione alla reggia di Caserta) e per la visita del cognato Giuseppe II (1769, a Napoli). L’approdo a corte fu favorito dalla natura stessa del libretto: Lorenzi aveva creato un meccanismo teatrale puramente giocoso, attenuando il realismo aggressivo che animava l’opera buffa napoletana nella prima metà del secolo.

La vicenda è ambientata in un non meglio precisato «luogo della Cina», dove anni prima il napoletano Tuberone è stato innalzato per una serie di casi al rango di sovrano e sacerdote dell’idolo Kam. Una complicata trama amorosa coinvolge, ben oltre i limiti del buffo, personaggi ‘alti’ come Liconatte (figlio di Tuberone), Adolfo (nobile francese), Ergilla e Kametri (principesse tartare); le avventure parallele di Tuberone, del marinaio Pilottola e della schiava Parmetella (tutti napoletani) costituiscono il versante comico e dialettale dell’opera. Creduto l’incarnazione dell’idolo, Pilottola si trova al centro di tragicomiche peripezie, rischiando persino il supplizio una volta smascherato. Il lieto fine comporta la formazione di due coppie nobili e una plebea: tutti s’imbarcano per Napoli, nell’allegria generale.

La vocazione di Paisiello per la musica d’azione è già pienamente percepibile in questo lavoro giovanile, soprattutto nei concertati e nei finali d’atto, vertici della partitura, dove la buffoneria si intreccia con accenti drammatici di sorprendente intensità, sopra un ordito strumentale in perenne movimento. L’opera ha conosciuto vari allestimenti moderni, fra cui va almeno ricordato quello del 1991 al Teatro Mercadante di Napoli (regia di Roberto De Simone, scene e costumi di Emanuele Luzzati), per le Settimane musicali internazionali.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi


Credits - Condizioni del servizio - Privacy - Press Room - Pubblicità