Montezumaè una delle venti opere scritte da Graun per il Teatro di corte, conosciuto anche sotto il nome di Lindenoper, inaugurato nel 1742 con il suo
Cesare e Cleopatra.
Montezuma, opera di soggetto esotico, fu senz’altro una delle più fortunate di Graun, tanto che venne ripresa nel 1771. Caduta nell’oblio, tornò sulle scene nel 1936 in una versione in tedesco, mentre nel 1981 fu allestita all’Hebbel Theater di Berlino. Questa produzione fu ripresa nel 1982 a Bayreuth e nel 1986 alla Deutsche Oper di Berlin; nel 1987 l’opera venne invece rappresentata al Festival dei due mondi di Spoleto.
Atto primo. Il regno di Montezuma è dominato dalla pace e dalla felicità per le imminenti nozze con la regina Eupaforice, quando giungono le notizie dello sbarco di misteriosi guerrieri dotati di una forza quasi divina. Montezuma è sereno e confida di ingraziarseli con ricchi doni. Nonostante i presagi di Eupaforice, l’imperatore invita nella sua reggia Cortés.
Atto secondo. Accolti con generosità, gli spagnoli si impadroniscono del palazzo tradendo l’ospitalità dell’imperatore. Montezuma viene fatto prigioniero ed Eupaforice è destinata a essere la sposa di Cortés. La regina progetta una sommossa, anche se la notizia che l’esercito del nipote di Montezuma, Tacuba, è passato dalla parte dei conquistatori, vanifica la speranza di ricevere un aiuto contro gli spagnoli.
Atto terzo.Eupaforice cerca di far fuggire Montezuma, ma il tentativo viene sventato. Di fronte ai messicani prigionieri, Cortés, in collera, offre salva la vita a Montezuma a condizione che abiuri gli dèi pagani e consegni il proprio regno e la sposa agli spagnoli. Intanto la vendetta di Eupaforice appare agli occhi di tutti: la città e il palazzo sono in fiamme, i tesori ambiti dagli spagnoli sono distrutti. Trionfante, la regina si uccide, mentre Cortés scatena i suoi soldati contro i messicani in cerca di vendetta.
Il soggetto di carattere esotico, che aveva un precedente nelMontezumadi Vivaldi su libretto di Girolamo Giusti (1733), assume un valore peculiare nel libretto di Federico II: egli attribuisce infatti a Montezuma i tratti di un sovrano illuminato e pacifico, dominatore di un prospero impero collocato in una sorta di età dell’oro. Cortés appare invece come un predatore che, pur agendo nel nome del dio cristiano e del re di Castiglia, è un uomo senza scrupoli che non esita a ricorrere al tradimento e a infrangere il sacro vincolo dell’ospitalità. La vicenda storica della conquista del Messico viene così trasposta in chiave politica, come apologia dell’assolutismo illuminato. Il ruolo di Federico non si limitò alla stesura del libretto: fu lo stesso sovrano a suggerire al musicista l’impiego di ariette bipartite al posto dell’aria colda capo, anche se la ‘riforma’, in quest’opera, non andò oltre. Graun si attenne peraltro alla tradizione, componendo un’opera efficace dal punto di vista drammatico, grazie all’impiego di musica strumentale, del coro e del balletto nei momenti culminanti dell’azione, come in occasione della conquista del palazzo sullo sfondo dell’incendio finale.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi