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Monsieur de Pourceaugnac
Comédie mise en musique in tre atti Molière
Musica di Frank Martin 1890-1974
Prima rappresentazione: Ginevra, Grand Théâtre, 23 aprile 1963

Personaggi
Vocalità
Eraste
Baritono
Julie
Soprano
Monsieur de Porceaugnac
Basso
Oronte
Basso
Sbrigani
Tenore
Note
«Attualmente sto lavorando in modo assiduo al mioPourceaugnac, ma questo tipo di purificazione (o ‘pulizia’), che mi impongo come riposo dagli oratorî, mi permetterà, credo, di ritornare alla musica assoluta con nuovo spirito. E spero di non essere tanto vecchio da non poter realizzare ulteriori progetti». Così si esprime Martin in una lettera datata 23 dicembre 1960, indirizzata a Paul Sacher. Vi si coglie il desiderio, si direbbe la necessità, di compiere un atto liberatorio nel territorio dell’intrattenimento, dopo essersi dedicato al tema dell’amore (Le vin herbé, oratorio tratto da tre capitoli deLe Roman de Tristan et Iseut, 1938-41) e della morte (6 Monologe aus Jedermann,1944) e dopo essersi raccolto in meditazione attorno a cruciali eventi della cristianità come la passione e la nascita di Cristo (In Terra Pax, 1942;Golgotha, 1945;Le Mystère de la Nativité, 1959). È questa nuova necessità a spingere Martin ad avvicinarsi al teatro di Molière, una necessità del tutto differente da quella che in anni precedenti l’aveva spinto a realizzare l’altro lavoro di messa in musica di un testo teatrale,Der Sturm(1952-54),l’opera con cui, più che sessantenne, aveva esordito. Martin interviene sul testo di Molière con molta discrezione, mantenendo tutte le scene ed effettuando solo brevi tagli nel testo, gran parte del quale viene recitato. Il passaggio fra declamazione e canto è particolarmente curato, avviene con naturalezza, scaturisce da un trattamento dinamico del testo, ed evidenzia una riuscita e comica sincronizzazione dei tempi. Non manca ironia nemmeno nel modo con cui il compositore manipola il suo stile musicale, dando vita a un quadretto dotato di grande freschezza di spirito, senza mai sfiorare il cattivo gusto: rispettando dunque il carattere voluto da Molière per lacomédie-ballet.L’ouverture introduce immediatamente in tale clima espressivo; il suo tema iniziale, presente poi più volte nel corso dell’opera, era stata l’idea da cui aveva preso avvio la composizione dell’intero lavoro, avvenuta fra il 1960 e il 1962. La prima esecuzione, sotto la direzione di Ernest Ansermet, inaugurò la riapertura del teatro ginevrino, ricostruito in seguito alla distruzione causata da un incendio.

Atto primo. Eraste si è innamorato di Julie, ma il padre di quest’ultima l’ha promessa sposa a un ricco abitante di Limoges, Monsieur de Pourceaugnac. I due giovani intendono mettere in atto uno stratagemma per poter coronare il loro sogno, con l’aiuto di Sbrigani. Quest’ultimo lusinga Monsieur du Pourceaugnac, facendogli credere di essere un suo conoscente di vecchia data. Lo conduce poi presso uno speziale e due medici, e lo presenta loro praticamente come un folle. I medici ordinano «un petit lavement».

Atto secondo. I medici allertano Oronte sul presunto stato di salute del futuro genero, che peraltro è sfuggito loro. Nel frattempo Sbrigani agisce su due fronti: travestito da mercante fiammingo, confida a Oronte che Monsieur de Pourceaugnac è fortemente indebitato sia con lui che con i suoi confratelli; d’altro canto rivela a Pourceaugnac che Julie è famosa per la sua civetteria. L’incontro fra il genitore, la figlia e il futuro genero ha comunque luogo in un clima caloroso; solo che, nel bel mentre, giungono una Languedocienne e una Picarde che rivendicano entrambe il potenziale sposo come proprio marito. Gli avvocati, naturalmente consultati dietro suggerimento di Sbrigani, avvertono: la poligamia è perseguibile.

Atto terzo. Del rigore della giustizia parigina Monsieur de Pourceaugnac s’è ben convinto, tanto da apparire travestito da donna per sfuggirvi. In tali sembianze affronta l’incontro con due svizzeri dall’accento tedesco, probabili incaricati – secondo Sbrigani – della preparazione dell’impiccagione del colpevole. Sopraggiunge infine un ufficiale di polizia a salvare il malcapitato, ma riconosce in lui il colpevole che stava cercando: solo pagando un forte riscatto potrà guadagnarsi la libertà. Naturalmente è Sbrigani a suggerirlo. Quest’ultimo riesce ora a convincere Oronte che Monsieur de Pourceaugnac si è reso responsabile anche del rapimento della figlia; così, quando Eraste riconduce Julie al padre, questi si sente in dovere di offrirgli come ricompensa la mano della povera fanciulla. Eraste ha anche il coraggio di accettare, solamente per compiacere la volontà paterna.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi


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