Philémon et Baucis
Opera in tre atti di Jules Barbier e Michel Carré
Musica di Charles Gounod 1818-1893
Prima rappresentazione: Parigi, Théâtre Lyrique, 18 febbraio 1860

Personaggi
Vocalità
Baucis
Soprano
Jupiter
Basso
Philémon
Tenore
una baccante
Soprano
Vulcain
Basso
Note
Apparsa un anno dopo l’affermazione diFaust,Philémon et Baucisfu accolta benignamente dalla critica ma disertata dal pubblico. Alla tredicesima replica le casse del Théâtre Lyrique languivano e la diva Carvalho, cui l’opera era dedicata, era in partenza. Parve opportuno interrompere le rappresentazioni e riporre l’opera in un cassetto, ove rimase sedici anni, fino al 16 maggio 1876, quando conobbe un felicissimo riscatto all’Opéra-Comique, nell’originaria versione in due atti, pensata per una ‘prima’ mai avvenuta a Baden-Baden. Ispirato a La Fontaine e all’Ovidio delleMetamorfosi(libro VIII), il libretto si apre nella modesta dimora di Philémon e Baucis che, pur amandosi ancora, ricordano con nostalgia la loro ardente gioventù. Una tempesta improvvisa conduce alla loro casa, incogniti, Giove e Vulcano, i quali, respinti dagli altri mortali, trovano nei due vecchi una generosa ospitalità. Deciso a vedicarsi dell’egoismo degli umani, Giove annuncia la loro morte: soltanto Philémon e Baucis, magicamente assopiti, potranno scampare allo sterminio. Durante un’orgia sfrenata le baccanti, sfidando il potere degli dèi, incitano gli uomini al piacere. Vulcano, sopraggiunto, è pesantemente ridicolizzato per le sue disavventure coniugali. Solo l’arrivo di Giove placa la loro furia; il dio le bandisce dalla terra. Risvegliandosi dal torpore, Philémon e Baucis scoprono con gioia e stupore di essere tornati ventenni. La bellezza della donna attira le attenzioni di Giove tra i commenti divertiti di Vulcano, che vede in Philémon un possibile compagno di sventura. Messa alle strette dal corteggiamento del dio, Baucis, seppur riluttante, si lascia baciare. Sorpresa dallo sposo, subito si pente e implora di poter tornare alla casta tranquillità della vecchiaia. Stupito e commosso da un amore disposto a tale sacrificio, Giove consente ai due di continuare la loro vita e, seguito da Vulcano, fa ritorno all’Olimpo.

Dopo il successo della ripresa del 1876 all’Opéra-Comique,Philémon et Baucis, tradotta in sette lingue, conobbe una buona diffusione internazionale e si mantenne in repertorio fino alla seconda guerra mondiale. Briosa e scorrevole, percorsa da un melodismo elegante seppure talora manierato, l’opera possiede i tratti del Gounod migliore. Non a caso Stravinskij, avendola ascoltata nell’inverno 1922, scrisse: «gustavo di nuovo l’incanto diffuso dall’aroma così personale che esala dalla musica di Gounod». Compositore attento alle esigenze della vocalità, il parigino non fece mancare brani di rilievo alla diva Carvalho, sia nello stile elegiaco (“Ah si je redevenais belle”) sia in quello brillante e virtuosistico (“Oh riante nature”); pregevole e impervia è anche l’aria di Vulcain, un tempo famosa (“Au bruit de lourd marteaux”). Struttura agile, breve durata, messinscena non proibitiva,Philémon et Baucissembrerebbe una delle opere di Gounod più facilmente riproponibili. A tutt’oggi vive un letargo simile a quello dei due personaggi protagonisti: il meritato augurio è che le tocchi il loro destino di rinnovata gioventù.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi