Phaéton
Tragédie en musique in un prologo e cinque atti di Philippe Quinault
Musica di Jean-Baptiste Lully 1632-1687
Prima rappresentazione: Versailles, 6 gennaio 1683. Prologo: Astrée (S), Saturne (B); coro

Personaggi
Vocalità
Clymène
Soprano
Epaphus
Basso
Jupiter
Basso
la dea Terra
Tenore (haute-contre)
le Soleil
Tenore (haute-contre)
Libye
Soprano
l’Automne
Tenore (haute-contre)
Merops
Basso
Phaéton
Tenore (haute-contre)
Protée
Basso
Théone
Soprano
Triton
Tenore (haute-contre)
un re etiope
Basso
un re indiano
Basso
una pastorella egiziana
Soprano
un’ora del giorno
Soprano
Note
Phaétonè l’ultima delletragédiesdi Lully e Quinault a ispirarsi alleMetamorfosidi Ovidio. Per quanto la collaborazione dei due artisti fosse ormai più che collaudata, la gestazione del libretto fu piuttosto complessa: Lully, che aveva sempre l’ultima parola sull’insieme dell’opera e quindi anche sul testo, fece riscrivere alcune scene anche venti volte perché il protagonista risultasse meno spietato di quanto appariva nella prima stesura. Mentre in altre opere prologo etragédiesono collegati tra loro da un personaggio comune, o mediante l’annuncio dell’argomento del dramma all’interno del prologo, qui le due sezioni restano separate; ciò probabilmente perchéPhaétonsi incentra su un personaggio negativo e non presenta un eroe le cui virtù siano paragonabili a quelle del Re Sole. Il prologo ha il consueto fine encomiastico, celebrativo delle qualità del monarca: nei giardini del palazzo di Astrea si celebra «un eroe cui spetta gloria immortale» e i personaggi divini proclamano l’avvento di una nuova età dell’oro (quella di Luigi XIV) in cui regnano pace e giustizia. Nella rielaborazione di Quinault, il mito di Fetonte viene arricchito da un intreccio di carattere sentimentale: Teone, figlia di Proteo, capisce che Fetonte non l’ama più e intende sposare Libia, figlia del re Merope, per diventare re d’Egitto. Climene, madre di Fetonte, dapprima sostiene il figlio nei suoi progetti, ma dopo la profezia di morte di Proteo cerca invano di dissuaderlo. Merope annuncia di aver scelto Fetonte come proprio successore, provocando la disperazione di Libia, che ama riamata Epafo, figlio di Iside. Quest’ultima rifiuta le offerte sacrificali di Fetonte, che vengono distrutte nel suo tempio trasformato in un abisso abitato dalle Furie. Per dimostrare le proprie origini divine al rivale Epafo, Fetonte ottiene dal padre, il Sole, di guidare il suo cocchio, ma quando perde il controllo rischiando di incendiare la terra viene colpito da un fulmine di Giove.

Phaétonha una conclusione tragica, comeAtys, perché il protagonista, mosso da una sfrenata ambizione e dai propri desideri egoistici, agisce contro la vera gloria e l’amore, ed è quindi l’opposto di quell’ideale di eroe magnanimo celebrato in altretragédies. Questo carattere ha importanti conseguenze anche sul trattamento musicale del soggetto: al personaggio di Fetonte, intorno al quale peraltro ruota tutta l’azione, sono assegnate poche brevi arie, fra cui non ve ne è alcuna d’amore, mentre l’espressione dei sentimenti trova spazio nelle scene di Teone (“Il me fuit l’inconstant”, II,2) e Libia (“O rigoureux martyre”, V,3). L’opera venne presentata a Versailles, per Luigi XIV e la corte, nel gennaio 1683, e tre mesi più tardi a Parigi per il grande pubblico. Grazie alle sontuose scene e ai magnifici costumi ideati da Jean Berain per l’allestimento parigino (le metamorfosi di Proteo nel primo atto, gli abiti coloratissimi di egiziani, indiani ed etiopi, il cocchio del Sole...),Phaétonriscosse un grande successo ed esercitò una forte presa sul pubblico, tanto da meritarsi l’appellativo di «opéra du peuple». Nel 1985Phaétonè stato riproposto allo Staatstheater di Kassel con la regia di Herbert Wernicke.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi