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Perseo e Andromeda
Opera in un atto e cinque parti proprio, da Jules Laforgue
Musica di Salvatore Sciarrino 1947-
Prima rappresentazione: Stoccarda, Staatstheater, 27 gennaio 1991

Personaggi
Vocalità
Andromeda
Soprano
il drago
Tenore
Perseo
Basso-Baritono
Note
Come nel caso della precedente opera di Sciarrino,Lohengrin(1982), anche il libretto di questa è brevissimo, costituito da frammenti tratti da un racconto delleMoralités légendairesdi Laforgue, riuniti dallo stesso musicista non senza significative variazioni: la più consistente riguarda il taglio dell’ironico finale di Laforgue, secondo cui Andromeda, dopo essere stata liberata dal drago per mano di Perseo, e dopo aver rinunciato a seguire il deludente eroe che l’ha liberata dalla sua vita di solitudine sull’isola sperduta, resuscita con lacrime di vero amore il mostro, che si trasforma in un giovane attraente (secondo lo schema della fiabaLa bella e la bestia); il finale sciarriniano resta invece sospeso, con Andromeda nuovamente abbandonata sull’isola a un destino di solitudine e di vana attesa.Perseo e Andromedaè la prima opera di Sciarrino, e una delle prime nell’intera storia del teatro musicale, in cui si rinunci completamente agli strumenti acustici tradizionali in favore di suoni digitali, non fissati su nastro ma generati in tempo reale da una rete di quattro computer. Particolarmente innovativa è pure la tecnica di generazione dei suoni che, a differenza di pressoché tutte le musiche elettroniche conosciute e di fatto usate nella musica contemporanea, non è organizzata secondo una sintesi additiva ma sottrattiva: filtri appositamente studiati selezionano cioè quali formanti sonore escludere dal suono bianco (che è somma di tutti i suoni come il bianco lo è di tutti i colori) generato dalle stesse macchine. E poiché il suono bianco produce un effetto rumoristico assai simile al soffio del vento e del mare, e quindi anche al paesaggio sonoro e umano in cui è ambientata la scarna drammaturgia di quest’opera, si possono ben comprendere le ragioni della scelta di Sciarrino (che pure è profondissimo conoscitore delle possibilità timbriche degli strumenti tradizionali) di ricorrere così radicalmente alla macchina. Tanto più che la sua poetica è tutt’altro che affetta da una sorta di feticismo della macchina e, «più che adattarsi ai nuovi mezzi», tenta piuttosto di «immaginare e programmare, cioè progettare» mediante essi, con la felice conseguenza che «l’assoluta precisione, la sottigliezza della stilizzazione», come ha scritto Paolo Petazzi, «eludono ogni rischio di banale effetto descrittivo, creando piuttosto un particolare straniamento surreale, inseparabile dalla dimensione fantastica di questa musica, che non è soltanto astratta ma neppure semplicemente descrittiva». Inseparabile dalla parte elettronica, quella vocale è organizzata come un prolungamento del rumore d’ambiente, realizzato tuttavia in modo da lasciare intatta l’intelligibilità delle parole poiché, come ha scritto lo stesso Sciarrino, «la musica d’avanguardia ignorava il teatro e preferiva un rapporto indiretto con il teatro, mentre oggi a me pare che, perché possa realizzarsi un linguaggio teatrale con la musica, bisogna in qualche modo che il testo sia comprensibile». Cinque sono le parti in cui l’opera è suddivisa: introduzione e prima aria di Andromeda; dialogo con il drago; monologo di Andromeda; arrivo di Perseo, lotta con il drago e dialogo di Andromeda e Perseo; seconda aria di Andromeda.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi

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