Tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento la Svizzera acquistò un ruolo di primo piano nei dibattiti degli intellettuali di tutta Europa: citata come esempio politico in quanto solida confederazione repubblicana tra tante monarchie traballanti, e come modello sociale per la vita semplice e a contatto con la natura elogiata da Rousseau, suscitava interesse anche quale meta di viaggio, grazie alle descrizioni delle prime ascensioni sulle cime alpine. Questa attenzione è rispecchiata da opere letterarie – si pensi appunto a Rousseau o al
Wilhelm Telldi Schiller – ma anche musicali, da
Eliza ou Le mont Saint-Bernarddi Cherubini al
Guglielmo Tellrossiniano, sino alle
Années de pelerinagedi Liszt. Una delle opere più fortunate di questo filone fu sicuramente
Die Schweizerfamilie, il
Singspielche insieme a
Das Weisenhaus(Vienna 1808) consacrò la fama di Joseph Weigl. Musicista austriaco dalla lunga carriera, Weigl mosse i primi passi sotto la guida di Haydn – suo padrino – e di Salieri; collaborò con Mozart per l’allestimento delle
Nozze di Figaroe del
Don Giovannial Burgtheater, e si affermò poi come compositore di opere italiane e tedesche. Pur essendo vissuto sino agli anni Quaranta del secolo scorso, restò fedele alla tipologia del
Singspielviennese e anche il suo capolavoro rispecchia pregi e limiti di questo genere musicale.
La famiglia svizzera del titolo è la famiglia Boll, in esilio in un paese alpino non meglio specificato. La giovane Emmeline, fidanzata con Jakob all’insaputa dei propri genitori, Gertrude e Richard, teme di non poter più rivedere l’amato e non riesce a nascondere le sue sofferenze. I genitori si preoccupano per il peggiorare della salute della figlia e il conte vuole aiutarli, anche perché Richard gli ha salvato la vita. Un’ulteriore complicazione è costituita da Paul, un giovane del luogo innamorato di Emmeline, che crede di essere ricambiato nei suoi sentimenti. Alla fine, però, Jakob raggiunge la sua Emmeline e la loro unione viene celebrata nella gioia generale.
In questa vicenda amorosa, intrecciata con l’esaltazione delle bellezze montane, prevalgono tratti idillici e sentimentali rispecchiati da melodie cantabili e scorrevoli, un uso prevalente di 2/4 e 6/8, tempi non troppo mossi (Andante, Andantino, Moderato) e un’armonia semplice. Weigl adotta ancora l’articolazione in numeri musicali, ma all’interno della struttura tradizionale spiccano le parti di melologo e gli efficaciensemblese finali d’atto. Se molti critici guardano spesso con sospettoDie Schweizerfamilie, ‘colpevole’ di aver inaugurato un filone melenso di celebrazione dei valori della rispettabilità borghese, si riconoscono comunque nell’opera anticipazioni di tratti stilistici che saranno di Weber (nel duetto tra Richard e Jakob “Durch das Band des reinsten Liebeâ€, che fa pensare al duetto in la maggiore di Agathe e Ännchen nelFreischütz) e di Schubert, in particolare nel Lied di Jakob in sol minore “Von weit entfernten Schweizerland†e nell’ultimo Lied di Emmeline “Nur in dem Land, wo wir gebohrenâ€, che precede il suo duetto con Jacob. Qui Emmeline interrompe il suo canto quando sente la voce di Jakob, ma dopo il riconoscimento reciproco i due innamorati riprendono insieme la stessa melodia. Il testo («Sol nella terra ove siamo nati ci sorride la pace e fiorisce la felicità ; se ti allontani è tutto perduto perché, ah, il tuo cuor resta là ») è un inno alla patria lontana e Weigl si richiama alranz-des-vaches, canto popolare svizzero, impiegando una melodia caratterizzata dall’uso del re diesis nell’ambito della tonalità di la minore. Questa pagina venne ripresa a Vienna in numerose variazioni ed è ancora evocata inLe mal du pays, ottava tappa del pellegrinaggio svizzero di Liszt.
Die Schweizerfamilieriscosse un enorme successo e fu molto popolare anche oltre i confini dell’Austria, grazie ai numerosi allestimenti e alla pubblicazione delle melodie più celebri, che presero a circolare nei salotti. A Vienna fu rappresentata sino al 1836, per un totale di ben 218 repliche; a Milano fu allestita una versione con testo italiano (autunno 1816,La famiglia svizzera), mentre nel 1827 giunse sulle scene parigine una versione francese dal titoloEmmeline ou La famille suisse.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi