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Undine
Zauberoper in tre atti di Friedrich Heinrich Karl de La Motte-Fouqué
Musica di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann 1776-1822
Prima rappresentazione: Berlino, Königliches Schauspielhaus, 3 agosto 1816

Personaggi
Vocalità
Berthalda
Soprano
Heilmann
Basso
Huldbrand von Ringstetten
Baritono
Kühleborn
Basso
l’arciduca
Tenore
l’arciduchessa
Mezzosoprano
moglie del pescatore
Mezzosoprano
un bel fanciullo
Mimo
un servitore
Recitante
un vecchio pescatore
Basso
Undine
Soprano
uno scudiero
Recitante
Note
Quando si accinse a ricavare un’opera dalla deliziosa novella di La Motte-Fouqué, Hoffmann era Kapellmeister a Bamberga e aveva già alle spalle una nutrita serie di lavori teatrali; nessuno, però, se si esclude per alcuni aspettiAurora(riscoperta a Darmstadt nel 1905 e ivi rappresentata per la prima volta nel 1933), che è il titolo immediatamente anteriore aUndine, presentava lineamenti romantici così spiccati. Autore della riduzione librettistica fu lo stesso La Motte-Fouqué, il quale, purtroppo, dovendo comprimere la materia secondo le esigenze del teatro, sacrificò la piana scorrevolezza della novella a un convulso incalzare di accadimenti scenici, che non sempre convincono sul piano psicologico; il conte Brühl,Intendantdel Teatro di Berlino e patrocinatore della messa in scena del 1816, tentò di incoraggiare una revisione di testo e partitura, ma il lavoro andò troppo a rilento e il nuovo libretto di Fouqué non trovò più in vita il compositore, scomparso nel 1822.

La figura appassionata e capricciosa dell’ondina aveva già conquistato Kauer, la cui ?Donauweibchen, esportata in Russia per interessamento di Catterino Cavos, era destinata a ispirare una nutrita schiera diRusalke; rimanendo in area tedesca, anche Lortzing e Bruch (fra innumeri altri minori) avrebbero composto lavori sullo stesso soggetto. Rispetto ad altre versioni operistiche dello stessoplot,Undinedi Hoffmann è però espressione più intensa e paradigmatica della dicotomia romantica di natura e civiltà, di sentimento e ragione; l’elemento sovrannaturale si manifesta nelle trasparenze dei fiati o, per le comparse burbere di Kühleborn, nelle scontrosità di fagotti e contrabbassi, ben contrastanti con locharmedella corte arciducale, irreggimentata entro i confortevoli binari della normalità. La trama inaugura una sequela di creazioni ottocentesche imperniate sul dramma del sovrannaturale che tenta di congiungersi all’umano; di lì a pocoHans Heilingdi Marschner proporrà una situazione molto affine, volgendola al maschile.

Nonostante si sia già promesso a Berthalda, il cavaliere Huldbrand è rimasto affascinato dalla grazia e dalla bellezza di Undine e l’ha sposata, donandole con quest’atto un’anima immortale. La parentela di Undine con gli spiriti acquatici incomincia però a infastidire Huldbrand, che nel frattempo ha portato Undine con sé, nel castello dove vive anche l’antica fidanzata. Undine apprende dallo zio Kühleborn, genio di un ruscello, che Berthalda è la vera figlia dei pescatori che hanno allevato Undine; ma all’inattesa rivelazione Berthalda, tremante di sdegno, accusa l’esterrefatta Undine di volerla diffamare con il concorso di arti magiche. Sempre più attratto verso la ‘normalità’ terrestre di Berthalda, Huldbrand, in un accesso d’ira, insulta Undine e la maledice; piangendo la fanciulla si tuffa nelle acque da cui è venuta, e supplica lo sposo di esserle fedele. Infine si assiste ai preparativi per le nozze di Huldbrand con Berthalda: compare pallida e sconvolta Undine, costretta suo malgrado ad avvincere a sé l’amato traditore in un bacio che lo estenua mortalmente; l’opera si chiude con uno struggenteLiebestoddei due sposi tardivamente riuniti.

Già Weber aveva mostrato di apprezzare molto il lavoro di Hoffmann; dal canto suo Pfitzner vi ravvisò la matrice stessa del modello operistico romantico. All’opera non arrise un successo proporzionato ai meriti, anche perché un incendio, divampato il 29 luglio 1817 nel teatro di Berlino, ridusse in cenere le splendide scenografie disegnate da Schinkel; approntare un nuovo allestimento risultava troppo dispendioso, e cosìUndinefu precocemente esiliata dalle scene, salvo riprese sporadiche, dall’esito irrilevante. Questa diffidenza era motivata dal fatto che l’incendio aveva distrutto anche la partitura, e per ritrovarne un’altra copia fu necessario attendere il nostro secolo, quando Pfitzner ripresentò finalmente l’opera nella veste originaria, lasciando anche un ampio saggio di commento sul suo significato storico. Oltre alla varietà di forme musicali impiegate (dal Lied alla ballata, dalla romanza all’ensemble, trascorrendo con estrema naturalezza dal canto spiegato al melologo) e alla non comune versatilità della strumentazione, va segnalata la presenza di scene che travalicano i limiti del pezzo chiuso, desumendo da Mozart e Beethoven una prassi diDurchkompositionsul cui ceppo si innesteranno nel volgere di pochi anni anche ilFaustdi Spohr e ilFreischützdi Weber, nonché Marschner conDer VampyreHans Heiling.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi


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