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Caritea regina di Spagna
ossia La morte di Don Alfonso re di Portogallo Dramma tragico in due atti di Paolo Pola
Musica di Saverio Mercadante 1795-1870
Prima rappresentazione: Venezia, Teatro La Fenice, 21 febbraio 1826

Personaggi
Vocalità
Corrado
Basso
Don Alfonso
Tenore
Don Diego
Contralto
Don Fernando
Basso
Don Rodrigo
Tenore
Donna Caritea
Soprano
Note
Dopo l’affermazione milanese conElisa e Claudio(1821), si inaugurò per Mercadante un decennio di viaggi per le capitali europee, durante il quale presentò le sue opere a Londra, Barcellona, Parigi, Vienna, Madrid e Lisbona. Per Venezia scrisseCaritea, regina di Spagna, che segnò un mutamento verso la scelta di soggetti più ‘moderni’ (unaCariteaera già stata composta da Coccia, su libretto di Romani, Genova 1818), dopo il primo periodo caratterizzato dall’orientamento verso temi classici e rielaborazioni da Metastasio (con l’eccezione di pochi titoli qualiMaria Stuart, Bologna 1821, Costanzo ed Almeriska, Napoli 1823) e da un linguaggio fortemente influenzato da Rossini. Rispetto a quel modello, evidente anche nell’uso del contraltoen travesti,Caritearivela mutamenti significativi: lo stile fiorito rossiniano è piegato alle esigenze dell’azione drammatica e regna un pathos lirico che preannuncia Bellini e Donizetti, mentre il soggetto si inserisce in quel fecondo filone ‘spagnolo’ che sarà frequentato da Donizetti e da Verdi.

Donna Caritea deve scegliersi lo sposo che diverrà re di Spagna; amava Pompeo, ma questi fu ucciso in duello da Don Diego, a sua volta innamorato di lei. Condannato dalla regina, Diego era fuggito e da due lustri vagava sotto le mentite spoglie di un capitano di ventura; Caritea si offre ora in sposa a chi le porterà la testa dell’assassino. Don Alfonso si fa avanti ma viene rifiutato. Decide allora di prendere la regina con la forza e con le sue truppe giunge sulle rive del Tago, minacciando Toledo. All’accampamento arriva Don Diego, che riceve ospitalità dal re. Ma ecco sopraggiungere Caritea, in abiti maschili, decisa ad attaccare alle spalle Don Alfonso; trovatasi in pericolo viene salvata da Don Diego che, non riconosciuto, la riconduce a Toledo. Dopo l’accaduto Don Alfonso, furibondo, sfida Don Diego a duello, ma questi lo sconfigge e lo uccide. Diego allora torna a Toledo per rassicurare la regina, già innamoratasi di lui; a impedire il loro matrimonio sta il decreto funesto, a cui Diego, ovviamente, non può ottemperare. Egli allora si svela e affida la sua vita alla pietà di Caritea, che lo perdona e acconsente a sposarlo.

L’opera ebbe successo; negli anni seguenti venne replicata in diverse città italiane (a Trieste nel 1826, a Venezia e Firenze nel 1827, a Trento, Parma, Genova e Roma nel 1828, a Foligno e Padova nel 1830, a Venezia nel 1831 e a Firenze nel 1833). Il coro “Chi per la patria muor, vissuto è assai†è divenuto celebre per essere stato intonato dai fratelli Bandiera prima dell’esecuzione (1844). Nel 1995Cariteaè stata riproposta a Martina Franca, al XXI Festival della Valle d’Itria.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi


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